Tra la fine del XII secolo e il XVI la città di Bologna si distinse per la produzione della seta, dalla lavorazione dei bozzoli al commercio del tessuto finito. Tutto ciò fu permesso da un’importante innovazione tecnologica che garantì un vantaggio competitivo ai produttori locali, cioè l’utilizzo della ruota idraulica per movimentare i mulini da seta, detti perciò “alla bolognese”. Nel delicato rapporto tra aree rurali ed urbane, entrambe necessarie e complementari, l’una per la bachicoltura, l’altra per la produzione, l’industria serica bolognese si affermò, per la sua eccellenza, sui mercati del tempo. Ne è testimonianza la documentazione commerciale del mercante bolognese Domenico Maria Bettini, conservata nell’Archivio di Stato di Bologna, con un’ampia gamma di campioni di tessuti allegati agli ordinativi, studiati dal punto di vista tecnico in occasione della manutenzione del modello di telaio esposto al Museo del Patromonio Industriale.