Il complesso sistema di chiuse, canali e chiaviche che nei secoli passati ha consentito a Bologna di affermarsi sui mercati internazionali per l’eccellenza della propria produzione serica è senza dubbio una delle più interessanti testimonianze di archeologia industriale della città. Il sistema idraulico artificiale è stato forse la prima infrastruttura della Bologna industriale, in quanto ha consentito la distribuzione a rete di una fonte di energia funzionale alla movimentazione delle ruote dei mulini da seta e ha alimentato la principale via di trasporto verso i mercati internazionali. Nei mesi scorsi un ritrovamento di grande interesse ha riportato l’attenzione sulle problematiche relative alla nascita e allo sviluppo del sistema. Un manufatto idraulico del XII secolo è stato rinvenuto nel corso dei lavori di scavo di un parcheggio nel centro di Bologna. Il Museo è stato incaricato di coordinare il gruppo di lavoro per approfondire le indagini sul ritrovamento e formulare proposte relative alla sua valorizzazione, nel rispetto dei vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di tutela dei beni culturali. “Scuolaofficina” pubblica una parte della relazione conclusiva, a riprova che un museo del patrimonio industriale, oltre che operare in ambiti strettamente culturali, può fornire anche utili indicazioni per scelte di sviluppo strutturale, in questo caso legate a problemi di viabilità e parcheggio di una moderna città.L’insieme delle tematiche trattate in questi anni, tese di volta in volta a sottolineare le dinamiche economiche e sociali, i nuovi indirizzi tecnologici e di mercato, e i problemi legati alla formazione e al suo aggiornamento, forniscono al Museo una nuova prospettiva di lavoro: assumere il ruolo di osservatorio privilegiato per l’elaborazione di idee, proposte e suggestioni per lo sviluppo della società industriale.