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La Fede e la Carità

I due frammenti che riportano le virtù teologali Fede e Carità, rientrano in quelle produzioni allegoriche di valenza morale assai frequenti nella produzione artistica di soggetto religioso, e anche mitologico, rinascimentale.

Informazioni aggiuntive

Va ricordato che prima dell’avvento della sistematizzazione di molti soggetti teologici, morali e mitologici, sopraggiunta con l’Iconologia di Cesare Ripa (la prima edizione risale al 1593), l’interpretazione delle virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) e di quelle cardinali, (Giustizia, Temperanza, Fortezza e Prudenza) presentava numerose variabili, pur conservando coerenza nella scelta dei simboli, rispetto all’esplicitazione dei contenuti delle singole virtù. Per la teologia cristiana le virtù teologali sono quelle virtù che riguardano Dio, rendono l'uomo capace di vivere in relazione con la Trinità e fondano ed animano l'agire morale cristiano, vivificando le virtù cardinali. Nella dottrina della Chiesa cattolica queste virtù, a differenza delle virtù cardinali, non possono essere ottenute con il solo sforzo umano, ma sono infuse nell'uomo dalla grazia divina.


La Fede


La virtù teologale rappresentata nella prima formella, intesa come virtù per la quale l'uomo crede in Dio e a tutto ciò che egli gli ha rivelato e che la Chiesa propone in termini teologici, è concepita secondo la dottrina cristiana cattolica per la quale Dio è la stessa Verità. Secondo la religione cristiana, con la fede l'uomo si abbandona liberamente e completamente a Dio per fare in pieno la sua volontà. Nella formella qui presente è possibile apprezzare, in un bassorilievo stiacciato, a sinistra del lettore, presumibilmente la personificazione della Fede, nelle forme di una donna dai seni scoperti, semi frontale, cinta da un peplo che la copre dal bacino ai polpacci, secondo i modelli della statuaria classica, e con la mano destra sul fianco corrispondente, mentre la sinistra sembrerebbe reggere una coppa. Al centro scorgiamo un supporto, un’ara, dalla cui sommità emergono fiamme libere, simbolo di ardore, e a sinistra una figura maschile di profilo, dotata di barba e vestita con mantello di foggia classica, che si accosta a tale altare e sembra rivolgersi alla donna attestando con la mano destra la sua accoglienza del credo, laddove la sinistra pare indicare la stessa fiamma. Sullo sfondo, la squisita rappresentazione delle nuvole conferisce profondità di campo e contestualizza la scena in un esterno.


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Provenienza: Collezioni Universitarie, Bologna
Datazione: Seconda metà del secolo XV
Materiale: Pietra calcarea

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