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Ritratto d'artista: Ian Bostridge
Il Nuovo e l'Antico
Ritratto d'artista
IAN BOSTRIDGE - SCHUBERTIADE II
Il viaggio d’inverno di Schubert. Anatomia di un’ossessione
di Ian Bostridge
intervengono con l’autore Maurizio Giani, Enzo Restagno
Franz Schubert, condannato a morte dalla sifilide, concluse nel 1828 un ciclo di 24 Lieder per voce e pianoforte, la Winterreise (Viaggio d'inverno).
Aveva 31 anni: per lui «era arrivato l'inverno. L'ironia del poeta Wilhelm Müller, fondata sulla disperazione, lo attraeva: la espresse con toni taglienti». Così gli amici più intimi di Schubert capirono, con iniziale difficoltà, che l'austerità di quegli incontri di poesia e musica «toccava l'ineffabile oltre il cuore». Ed era la premonizione della sua morte vicina.
In quel periodo di lavoro febbrile, prima di completare la seconda parte, morì Beethoven – visitato da Schubert pochi giorni prima del trapasso – segno inequivocabile della fine di un mondo.
Un mondo che Ian Bostridge, tenore inglese fra i maggiori specialisti in attività del Lied, la romanza accompagnata dal pianoforte, un tempo dominatrice nelle sale da concerto, riporta nella vita quotidiana con un libro speciale: Viaggio d'inverno di Schubert. Anatomia di un'ossessione.
Racconta la trama, che Schubert stesso ha volontariamente sottratto, frammentato, rendendo il suo Wanderer – il suo viandante che cammina su strade innevate e ventose, bandito (o forse in fuga) da una casa calda e un tempo accogliente – un personaggio inquieto, fortemente byroniano, inevitabilmente affascinante. Affronta ogni emozione – perdita, dolore, solitudine, disperazione, ironia a volte – ingigantita dal paesaggio notturno e invernale, e la attraversa, viandante lui stesso nella musica di Schubert.
17 Novembre 2016
ore 18.00
La poesia del canto