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Musica

DIVA | il mito della primadonna

La virtù sta nel mezzo: Giuditta Pasta, Giulietta Simionato, Birgit Nilsson, Shirley Verrett

con Ginevra Schiassi (soprano), Stefano Malferrari (pianoforte)

Giuditta Pasta è considerata, insieme a Maria Malibran, come la più celebre cantante lirica del XIX secolo. Iniziò a studiare solfeggio e canto privatamente, e nel 1813, raggiunta l'età minima necessaria, si iscrisse al Conservatorio di Milano, dove continuò gli studi con il compositore e maestro di cembalo Giuseppe Scappa, che notò subito lo straordinario talento della giovane. Il debutto come professionista avvenne nel 1815 al Teatro Filodrammatici di Milano con Le tre Eleonore dello stesso Scappa, dove la Pasta esordì come contralto. Dopo l'infelice esibizione, la Pasta continuò gli studi con Scappa e l'anno successivo ottenne invece uno strepitoso successo alla Salle Favart di Parigi, dove cantò Il principe di Taranto di Ferdinando Paër. Quello stesso anno, sposò l'avvocato e tenore Giuseppe Pasta.Tra il 1821 e il 1825 cantò prevalentemente nei teatri inglesi e francesi.

Al Teatro Comunale di Bologna nel 1829 è Desdemona in Otello di Rossini con Domenico Reina, Semiramide di Rossini con Clorinda Corradi ed Amenaide in Tancredi. Nel 1829, dopo circa quindici anni come contralto, passò al registro di soprano. In quello stesso anno, il conte Czernin, ciambellano della Corte asburgica, le conferì il titolo di Illustrissima cantatrice di S.M.I.R.A., ossia Sua Maestà Imperial Regia Apostolica.

Nel 1830 Donizetti compose per lei l'opera Anna Bolena, che fu data con strepitoso successo al Teatro Carcano il 26 dicembre e cantata anche a Londra ed al Théâtre-Italien con Marietta Brambilla nel 1831 con Eugenia Tadolini. Per la stesura dell'opera, il compositore aveva soggiornato a Blevio, ospite della stessa Pasta, che contribuì alla composizione con preziosi suggerimenti.

L'incontro tra la Pasta e il compositore catanese fu fondamentale per entrambi: la cantante trovò nel giovane musicista l'unica persona capace di metterne in risalto le doti, mentre Bellini trovò l'interprete ideale, l'unica che grazie ai ricchi mezzi vocali soddisfacesse pienamente la sua verve creativa e sperimentale. Nel 1835 è Giulietta ne I Capuleti e i Montecchi di Bellini diretta dal compositore a Londra e Norma al Théâtre-Italien. Poi la Pasta si ritirò dalle scene dopo alcune infelici esibizioni alla Scala nella Norma: da qualche tempo sentiva che la voce cominciava a tradirla, ma con uno sforzo quasi sovrumano era sempre riuscita a dominarla; ora, nell'affrontare una parte così impegnativa, la voce le si spezzò, provocando reazioni indignate da parte della critica e del pubblico.

Nel 1837, dopo due anni di riposo, riprese l'attività al Drury Lane di Londra, proseguendo con una serie di concerti sia in Gran Bretagna che a Parigi. Ritiratasi dalle scene, diede ancora qualche concerto di beneficenza fino al 1845. Nel 1846 morì il marito, Giuseppe Pasta. Nel 1848 appoggiò da Blevio i patrioti italiani durante i moti rivoluzionari delle Cinque giornate di Milano; avuta notizia della vittoria degli insorti, il 22 marzo si recò con un manipolo di fedelissimi sul colle di Brunate, dove piantò la bandiera tricolore ed intonò l'inno dell'Italia libera. La sua ultima esibizione risale al 1851, quando cantò in un concerto alla Royal Opera House con Teresa Parodi, sua allieva.

Giulietta Simionato studia in un collegio di suore che ne intuiscono le qualità e la invitano a studiare canto, ma incontra l'opposizione della famiglia, soprattutto della madre. Dopo la morte di quest'ultima, studia canto prima a Rovigo, poi a Padova. Il suo debutto risale al 1927, con la commedia musicale Nina, non far la stupida. L'anno successivo esordisce nella lirica a Montagnana. Nel 1933 vince il Primo Concorso di Belcanto, tenutosi a Firenze, su 385 concorrenti, ed ottiene un'audizione al Teatro alla Scala. L'esito è positivo, ma il maestro Fabbroni, allora direttore artistico del teatro milanese, trova la sua voce ancora immatura e la invita a tornare qualche anno più tardi.

Due anni dopo viene messa sotto contratto alla Scala, ma a condizioni impossibili. La Simionato accetta, ma viene destinata unicamente a ruoli minori, sembra perché non sostenuta dal regime fascista, così che la sua carriera stenta a decollare. Solo nel 1947 giunge finalmente il primo ruolo da protagonista: Mignon, diretta da Gianandrea Gavazzeni, prima al Teatro Carlo Felice di Genova e poi alla Scala di Milano. Nello stesso anno è Cherubino ne Le nozze di Figaro a Edimburgo. Nel 1948 viene chiamata da Arturo Toscanini per il concerto commemorativo di Arrigo Boito alla Scala come Marta/Pantalis nel prologo e 3° atto di Mefistofele e come Rubria nel 3° e 4° atto di Nerone.

Da quel momento la carriera ha una svolta e la Simionato sale sui palcoscenici di tutto il mondo. Una voce molto estesa e notevoli qualità drammatiche la rendono adatta a un gran numero di ruoli (Carmen, Giovanna di Seymour, Leonora, Isabella, Cenerentola, Rosina, Azucena, Eboli, Preziosilla, Ulrica, Mrs Quickly, Amneris, Adalgisa, Santuzza, Principessa di Bouillon, La zia principessa). In una intervista del 2004 sostiene di aver interpretato 107 ruoli operistici in 39 anni di carriera: dal 1927 al 1966.

È la più grande amica oltre che una delle più assidue colleghe di Maria Callas. Memorabile rimane il loro duetto del 1957 alla Scala in Anna Bolena di Donizetti. Altrettanto rilevante è la sua Adalgisa nella Norma di Vincenzo Bellini, che interpreta accanto alla "divina" dal 1950 al 1965.

Nel 1966 dà l'addio al palcoscenico e si ritira a vita privata dopo il matrimonio con il noto clinico Cesare Frugoni. Dopo il ritiro dalle scene è attiva come insegnante e talent-scout.

Birgit Nilsson venne notata per la prima volta quando iniziò a cantare con il coro della sua chiesa; iniziò quindi gli studi con Ragnar Blennow a Båstad e, nel 1941, con Joseph Hislop e Arne Sunnegard all'Accademia Reale di Musica di Stoccolma. Debuttò all'Opera Reale di Stoccolma nel 1946, quando, con un preavviso di soli tre giorni, dovette sostituire la cantante che interpretava Agathe in Der Freischütz di Carl Maria von Weber. In seguito, nell'autobiografia, ricordò quella prima esperienza come molto negativa. Seguirono molti altri ruoli in opere di Strauss (Marescialla), Verdi (Aida), Wagner (Sieglinde, Senta), Puccini (Tosca), Mozart (Donna Anna) e Čajkovskij, tutti cantati in lingua svedese. Una certa notorietà in Svezia le venne dall'interpretazione della verdiana Lady Macbeth, diretta da Fritz Busch.

Sotto le cure di Busch, la sua carriera prese il volo: grazie a lui infatti si procurò il primo ingaggio importante al di fuori della Svezia nel 1951, quando interpretò Elettra nell'Idomeneo di Mozart al Glyndebourne Festival Opera.

Nel 1953 vi fu il debutto alla Staatsoper di Vienna, dove per più di 25 anni sarebbe divenuta una presenza fissa. Quindi fu Elsa nel Lohengrin al Festival di Bayreuth del 1954 (da allora ritornerà a Bayreuth in vari ruoli fino al 1969, sempre con strepitoso successo) e Brünnhilde, per la prima volta nel ciclo completo del Ring, all'Opera di Stato bavarese e al Festival di Monaco.

La Nilsson sorprendeva per la potenza vocale e per il grande controllo del fiato, che, uniti a una tecnica ferrata, le consentivano di penetrare facilmente attraverso le più spesse orchestrazioni e di tenere le note più acute per tempi lunghissimi.

Interpretò il ruolo di Turandot alla Scala di Milano nel 1958, e in seguito in vari altri teatri italiani. Affermò in proposito che la cosa di cui andava più orgogliosa era che le fosse stato accordato l'onore di cantare alla prima scaligera; dopo Maria Callas, fu la prima cantante non italiana che ebbe tale opportunità.

Debuttò negli Stati Uniti nel 1956 come Isolde nel Tristan und Isolde di Wagner all'Opera di San Francisco e tre anni dopo trionfò, nello stesso ruolo, al Metropolitan Opera di New York. Fu presente inoltre in altri importanti teatri in tutto il mondo: Berlino, Royal Opera House di Londra, Tokyo, Parigi, Buenos Aires. La sua fu una carriera molto lunga, che proseguì fino agli anni ottanta, quando cantò prevalentemente nei ruoli di Elettra e della "Moglie del tintore" in Die Frau ohne Schatten di Strauss. Si ritirò dalle scene nel 1984, facendo ritorno nella sua terra d'origine nel sud della Svezia.

Shirley Verret, nata in una famiglia afromericana di devoti avventisti del settimo giorno, mostrò presto il suo talento musicale, ma inizialmente la sua carriera di cantante fu disapprovata dalla famiglia. Successivamente condusse gli studi a Los Angeles e alla Juilliard School di New York.

Nel 1957 debuttò in The Rape of Lucretia di Benjamin Britten, seguita l'anno successivo da Lost in the Stars di Kurt Weill alla New York City Opera e dall'esordio europeo ne La morte di Rasputin di Nicolas Nabokov a Colonia nel 1959. Nel 1962 fu molto apprezzata dalla critica in Carmen a Spoleto, ruolo che interpretò anche al Teatro Bol'šoj e alla New York City Opera nel 1964. Esordì al Covent Garden di Londra nel 1966 come Ulrica in Un ballo in maschera, calcò per la prima volta le scene operistiche del Metropolitan nel 1968 con Carmen e del Teatro alla Scala di Milano nel 1970 con Sansone e Dalila.

Shirley Verret possedeva una rara voce di soprano falcon, che a partire dagli ultimi anni settanta le permise di affrontare anche parti di soprano, tra cui Selika ne L'Africana, Lady Macbeth, Madame Lidoine nei Dialoghi delle Carmelitane di Francis Poulenc, Tosca, Norma, Leonore nel Fidelio, Ifigenia, Alceste, Medea, Desdemona, Amelia, Aida.

Nel 1987 fu Lady Macbeth nel film-opera Macbeth di Claude D'Anna e nel 1989 fu protagonista del film Maggio musicale diretto da Ugo Gregoretti. Nel 1990 cantò di nuovo la parte di Didone nei Troiani per l'inaugurazione ufficiale dell'Opéra Bastille di Parigi. Nel 1994 interpretò a Broadway il musical Carousel di Rodgers e Hammerstein, vincitore del Tony Award. Nel 1996, dopo il ritiro dalle scene, iniziò l'insegnamento del canto alla facoltà di musica, teatro e danza dell'Università del Michigan.

Nel 2003 scrisse un memoriale I Never Walked Alone nel quale parlò con franchezza del razzismo che aveva incontrato, in quanto nera, nel mondo della musica americano: narrò, ad esempio, che il direttore Leopold Stokowski, dopo averla invitata a cantare con l'orchestra sinfonica di Houston nei primi anni sessanta, dovette ritirare l'offerta per il rifiuto da parte del consiglio degli orchestrali di accettare una solista di colore. Stokowski successivamente riparò offrendole una prestigiosa occasione con la molto più nota orchestra di Filadelfia.

 

Ginevra Schiassi ha iniziato gli studi musicali presso il Conservatorio “G.B.Martini” di Bologna diplomandosi in Flauto con il M° Giorgio Zagnoni. Ha iniziato lo studio del Canto sotto la guida della Prof.ssa Clotilde Ronchi proseguendo con il M° Garbis Boyadjian al Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, presso cui si è diplomata. Si è poi perfezionata con il Mezzosoprano Cristina Guarino, con il M° Claudio Desderi e il Soprano Beatrice Bianco. Soprano lirico, si dedica sia al repertorio lirico che a quello cameristico. Ha vinto il II Premio nella Terza Edizione del Concorso Lirico Internazionale “Giulio Neri” (Siena) nella sezione Musica Vocale da Camera; finalista e vincitrice del Premio “Seghizzi” nella XIII Edizione del Concorso Internazionale di Canto Solistico “Seghizzi”; vincitrice della VI Edizione del “Festival delle Arti” (Bologna). Nel 2008 ha debuttato presso il Teatro Comunale di Bologna nel ruolo di Aristea ne “L’Olimpiade” di Leonardo Leo diretta da Alessandro D’Agostini ed è stata impegnata nella I esecuzione assoluta del Concerto per pianoforte, soprano e orchestra di Marco Biscarini presso il Teatro “Santa Isabel” di Recife, con l’Orchestra Sinfonica di Recife diretta da Osman Gioia.

Stefano Malferrari ha studiato al Conservatorio G.B.Martini di Bologna e si è diplomato con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio G. Rossini di Pesaro, sotto la guida di Franco Scala. Successivamente, si è perfezionato con il pianista Jörg Demus. Classificatosi tra i vincitori di alcuni concorsi internazionali (Enna, Senigallia), ha tenuto concerti sia come solista che con orchestra (Orchestra Sinfonica della RadioTelevisione di Varsavia, Orchestra Sinfonica di Recife, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Accademia Bizantina), in formazioni da camera e in ensemble di musica contemporanea, per importanti associazioni e prestigiose sale da concerto italiane: Milano - Sala Verdi, Roma - Accademia Filarmonica, Firenze - Teatro Comunale, Bologna - Teatro Comunale. Ha tenuto concerti anche in Europa (Svizzera, Francia, Germania, Svezia, Croazia, Islanda, Norvegia) e Centro-Sud America (Messico, Perù, Colombia, Brasile). Ha partecipato a diversi festival internazionali: Rossini Opera Festival di Pesaro, Festival dei Due Mondi di Spoleto, Maggio Musicale Fiorentino, MilanoMusica, Settembre Musica di Torino, Festival Internazionale di Bergen.

 

dalle ore 16.30 Afternoon Tea Room a cura di Giardino delle Camelie con il celebra-Té: THE VERT AU TIBET. Tè verde profumato alla rosa, gelsomino, mandarino e bergamotto

 

Quando

11 Aprile 2015
ore 17.15

Informazioni

Museo internazionale e biblioteca della musica

tel 051 2757711
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€ 4.00
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