Musei Civici Bologna

News / Restart. La cultura a Bologna è digitale. Presentati i risultati del progetto

Potenziare l’uso delle tecnologie in ambito culturale e ampliare il patrimonio digitale di musei e biblioteche sono gli obiettivi di Restart. La cultura a Bologna è digitale, progetto a cura del Settore Biblioteche e Welfare culturale e del Settore Musei Civici del Comune di Bologna, sostenuto dal Ministero della Cultura nell'ambito del Fondo Cultura 2021.

Il Dipartimento Cultura Sport e Promozione della città - cui afferiscono i due Settori - ha da tempo avviato progetti e interventi di adeguamento strutturale e implementazione delle tecnologie digitali per continuare a rispondere a quella che fino a qualche anno fa veniva definita la “sfida del digitale”, ma che oggi è un orizzonte di lavoro irrinunciabile.
Un elemento acceleratore di tali processi è stata senz’altro la pandemia da Covid-19, durante la quale le azioni in campo digitale hanno assunto un carattere di vera e propria urgenza, poiché solo grazie a questi strumenti è stato possibile, nei mesi di forzata chiusura al pubblico in presenza, garantire il proseguimento di alcuni servizi fondamentali delle Biblioteche e dei Musei. Per consentire modalità di fruizione del patrimonio bibliotecario e museale sono state infatti ideate e potenziate molteplici iniziative: prestito digitale, fornitura di riproduzioni, Document Delivery, palinsesti seriali sui social media, dirette streaming, sviluppo di app, video e virtual tour solo per citare le attività principali.

Restart. La cultura a Bologna è digitale è stato realizzato, anche a partire da tali istanze, grazie al cofinanziamento previsto dal bando del Ministero della Cultura del 20/5/2021, vinto dal Comune di Bologna per l'Area Nord-Est. L’importo totale del progetto ammonta a € 392.000, di cui 235.200 finanziati dal MiC.

Pelagio Palagi - figura fondamentale dalla quale origina, grazie al lascito della sua collezione, l’attuale rete culturale cittadina - fa da filo conduttore tra i soggetti coinvolti e le attività realizzate: la Biblioteca dell'Archiginnasio, con la messa online della nuova biblioteca digitale ARBOR e con il restauro di 157 disegni Palagi; il Museo Civico Archeologico, il Museo Civico Medievale, il MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna, il Museo civico del Risorgimento, il Museo del Patrimonio Industriale e il Museo internazionale e biblioteca della musica con inventariazione, catalogazione, digitalizzazione e ricostruzione tridimensionale del patrimonio.

Il progetto e i risultati conseguiti sono stati presentati in un evento aperto al pubblico mercoledì 6 dicembre 2023 alle ore 17.30 nella Sala dello Stabat Mater in Archiginnasio (Piazza Galvani 1).

Sono intervenuti: Elena Di Gioia, delegata alla cultura di Bologna e Città metropolitana; Veronica Ceruti, direttrice Settore Biblioteche e Welfare culturale; Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna.

I referenti e le referenti di Biblioteche e Musei che hanno preso parte alle fasi operative, tra il 2021 e il 2023, hanno raccontato gli interventi realizzati.

 

Per il Settore Musei Civici Bologna gli obiettivi del progetto - e in particolare l’obiettivo 1 - sono stati realizzati grazie ad una serie di attività che hanno coinvolto sei sedi.

Le attività realizzate:

Il Museo Civico Archeologico ha proposto due progetti: la produzione di modelli tridimensionali di cinque sarcofagi egizi e la ricostruzione tridimensionale del monumento sepolcrale a cuspide da Maccaretolo, a partire dall’acquisizione digitale dei tre elementi architettonici superstiti conservati in museo.

Il rilievo fotogrammetrico e laser scanning di cinque sarcofagi antropoidi di XXIV-XXVI dinastia, uno dei nuclei di eccellenza della Collezione Egizia del museo, ha permesso la produzione dei relativi modelli tridimensionali, che possono avere una serie di applicazioni sia nel campo della ricerca che in quello della divulgazione.
L’attività di digitalizzazione, condotta dal Politecnico di Milano, ha visto l’impiego di due differenti tecniche per l’acquisizione del dato rispondenti ad esigenze diverse. Nello specifico sono state adottate tecniche laser scanner a luce strutturata e tecniche fotogrammetriche.
I modelli tridimensionali dei sarcofagi così ottenuti sono già disponibili alla comunità scientifica per lo studio del layout pittorico e testuale, in attesa di renderli disponibili anche al pubblico del museo. Questi forniscono inoltre importanti informazioni per eventuali interventi conservativi e studi interdisciplinari.

Il monumento sepolcrale a cuspide da Maccaretolo appartiene ad un tipo architettonico i origine ellenistica, molto diffuso in Emilia-Romagna e Veneto durante la prima età imperiale romana, dove caratterizzava le sepolture di personaggi appartenenti ai ceti più elevati della società. Il monumento era costituito da un podio quadrangolare, sormontato da un corpo a forma di cella templare con finta porta e coronato da una cuspide piramidale, che terminava in alto con un capitello corinzio. Proviene dal territorio a nord est di Bologna, nei pressi di San Pietro in Casale, in località Maccaretolo e fu scoperto nei primi decenni dell’Ottocento; dell’imponente struttura rimangono solo una statua maschile, il capitello che coronava la guglia (esposti nell’atrio del museo) e una voluta angolare.
L’acquisizione digitale dei tre elementi conservati in museo, unitamente ai dati di tipo archeologico e bibliografico relativi a questa classe di monumenti sepolcrali, ha permesso di realizzare un’accurata ricostruzione tridimensionale della tomba nella sua integrità, con il posizionamento dei frammenti rilevati nella giusta collocazione originaria. In questo modo è stata favorita e valorizzata la fruizione dei frammenti superstiti, aumentandone la comprensione e la corretta contestualizzazione.
Le scansioni 3D dei tre elementi e la ricostruzione del monumento sono visibili ai seguenti link:
- la statua
- il capitello
- il monumento
- la voluta

Il progetto del Museo Civico Medievale ha interessato la collezione dei materiali extraeuropei presenti nella collezione di Pelagio Palagi.
L’attività ha previsto la verifica dei materiali conservati al museo, premessa fondamentale alla successiva attività di catalogazione e digitalizzazione. Tale verifica ha permesso di effettuare delle lievi integrazioni all’elenco dei materiali conosciuti e la contestuale eliminazione di alcune opere non pertinenti perché di produzione europea. Il numero totale degli oggetti catalogati e digitalizzati è così risultato essere di 135.
Contestualmente si è svolta, sia presso la sede del museo che presso le Collezioni Comunali d’Arte, la campagna fotografica per un totale di 300 immagini acquisite.

Gli oggetti digitalizzati sono consultabili su PatER, il Catalogo del Patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna, a questo link.

Per il MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna l’attività ha riguardato la Collezione Grafica.
Il patrimonio in carico al museo comprende una cospicua collezione di opere grafiche inventariate e in parte già catalogate. Si segnalano, tra le altre, opere di Davide Benati, Giuseppe Chiari, Pirro Cuniberti, Piero Manai, Plinio Mesciulam, Luciano Ori, Tullio Pericoli, Lamberto Pignotti, Sepo (Severo Pozzati), Adriano Spatola, Giuseppe Uncini, Claudio Verna, Grazia Varisco, Nanda Vigo e Jacques Villeglé.
Il progetto è stato finalizzato a garantire la documentazione fotografica in digitale di 1.050 opere delle quali esisteva solo una datata riproduzione in bianco e nero. La campagna fotografica ha consentito di verificare dati e condizioni conservative di questo particolare nucleo, di aggiornare tutte le relative schede cartacee e di creare nuove schede catalografiche con il software Artview, anche ai fini di una prossima pubblicazione sul sito del museo. La consultazione è già possibile, su richiesta, per tutta l’utenza.

Per il Museo civico del Risorgimento il progetto ha interessato una parte della collezione di manifesti e bandi bolognesi, e in particolare i bandi emessi sotto l'Ancien Régime e quelli del periodo 1798-1828. L’intera raccolta, finora non inventariata e solo parzialmente digitalizzata, comprende oltre 7.000 pezzi. Il progetto, suddiviso in due tranche, ha previsto di completare la digitalizzazione e soprattutto di realizzare l'inventario dei documenti della raccolta, e la loro pubblicazione - in corso di completamento - sul portale Storia e Memoria di Bologna.
La raccolta pubblicata documenta così la vita di Bologna sotto i diversi governi e nelle diverse fasi che si sono succedute, fino all'Unificazione: il dominio pontificio, il periodo rivoluzionario, l'epoca napoleonica, e la Restaurazione.
La raccolta è consultabile a questo link.

Per il Museo del Patrimonio Industriale il progetto ha interessato l’Archivio Storico Aldini-Valeriani e il Fondo Calzoni.
Il museo che conserva l’eredità storica (oggetti, modelli, strumentazione scientifica, documentazione libraria e archivistica) della prima scuola tecnica bolognese, l’Aldini Valeriani, è la sede in cui i materiali dell’Istituto vengono non solo conservati, ma ancora interrogati e fatti oggetto di studi per restituire alla città una parte significativa della sua storia. In questi ultimi anni sono partite diverse campagne di ricerca e valorizzazione che stanno coinvolgendo le collezioni più antiche, ma anche la biblioteca storica, che è stata riordinata, ripulita e riposta in nuove scaffalature, e l’archivio, che è stato oggetto di due importanti tranche di intervento nell’ambito del progetto Restart.
La prima tranche ha indagato la stretta relazione tra i processi formativi di aggiornamento della cultura tecnica promossi dall’Aldini Valeriani e l’aggiornamento della struttura produttiva di Bologna, concretizzatasi nella seconda metà dell’Ottocento in una vera e propria alleanza formativa tra aziende del territorio e scuola. Sono stati di conseguenza inventariati 9 faldoni per un totale di circa 9.000 pagine. Grazie ad un’ulteriore attività di verifica presso altri istituti cittadini (Archivio storico del Comune di Bologna e Biblioteca dell’Archiginnasio), la ricognizione si è allargata da 9 faldoni iniziali a 24.
Si è quindi proceduto con la digitalizzazione dei materiali appartenenti all’Archivio Storico Aldini Valeriani e al Fondo Calzoni del museo e dei materiali aggiuntivi rintracciati nei due istituti cittadini. Il totale delle scansioni e delle digitalizzazioni fotografiche effettuate è stato di 2.166.

La seconda tranche del progetto ha consentito la digitalizzazione, il riordino e la catalogazione dell’Archivio del Gabinetto Aldini, permettendo una dettagliata revisione dell’inventario redatto all’inizio degli anni ottanta del Novecento. Tali materiali saranno presto disponibili sulla piattaforma xDams, il portale digitale degli archivi della Regione Emilia-Romagna.

Dei circa 50.000 documenti di cui si stima sia composto l’intero Archivio, è stato riordinato e inventariato per la piattaforma xDams l’intero fondo e sono state descritte nel dettaglio le prime due serie archivistiche (Ex Gabinetto Aldini e Carte e corrispondenze d’ufficio) per un totale di 327 unità archivistiche; sono stati infine digitalizzati circa 2.000 documenti, andando così ad incrementare ulteriormente i materiali digitali già acquisiti nella prima fase del progetto.

Infine, per il Museo internazionale e biblioteca della musica il progetto ha previsto la valorizzazione dei manoscritti di musica di Gioachino Rossini, di musicisti del periodo napoleonico (Tommaso Marchesi, Giuseppe Pilotti, Francesco Sampieri, Ottavio Bossi) e di una parte della sezione Alunni, a partire dall'istituzione del Liceo Musicale fino all'ultimo anno di frequenza di Gioachino Rossini (1804-1810), tutti posseduti dal museo.

In totale sono stati catalogati e digitalizzati 121 manoscritti, per un totale di circa 7.000 scatti realizzati.

La catalogazione ha interessato il manoscritto nella sua interezza, nei casi in cui sia stata eseguita la digitalizzazione della sola partitura. Le notizie bibliografiche, in corso di completamento, sono state realizzate secondo i più recenti standard catalografici e sono confluite nel catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Il punto di accesso al catalogo (Opac) è consultabile a questa pagina. Ogni scheda catalografica contiene il link alla digitalizzazione.

Le immagini digitali sono state inserite all’interno del database interno alla biblioteca denominato Gaspari On Line, ed integrate nella scheda descrittiva del singolo documento, già presente a catalogo. Il file PDF con l'elenco dettagliato dei manoscritti riprodotti sarà inserito, sotto apposita voce, nella pagina del catalogo Gaspari dedicata ai progetti di digitalizzazione.

All'interno del catalogo Gaspari la ricerca del singolo manoscritto digitalizzato è possibile attraverso il catalogo dei libri, mediante chiavi di ricerca come titolo, autore o collocazione; la maschera di ricerca è raggiungibile a questo indirizzo.