Il Piano Strategico dei Musei Civici di Bologna, a cura di Eva Degl’Innocenti (direttrice del Settore Musei Civici Bologna) e Pierluigi Sacco (professore di Economia Biocomportamentale presso l’Università di Chieti-Pescara, senior Advisor presso l’OECD Center for Entrepreneurship, SMEs, Regions, and Cities, e research Associate presso il metaLAB (at) Harvard), ha una programmazione quinquennale 2025-2029 e pone un’attenzione particolare alla relazione tra cultura, ricerca, innovazione e benessere.
Il Piano è finanziato dall’Unione europea nell’ambito del Programma Nazionale Metro Plus e Città Medie Sud 2021-2027 - Priorità 7 - all’interno del Progetto BO7.5.1.1.b dei musei comunali felsinei I musei come leva di sviluppo turistico e promozione dei talenti; avviano quindi una nuova fase di sviluppo.
Sei sono gli assi strategici del Piano: innovazione, valore sociale, sostenibilità, partecipazione, collezioni e networking. Sono le direzioni prioritarie che guidano l’intera definizione del Piano Strategico Integrato, coerenti con le linee di mandato comunale e il paradigma sistemico e trasversale dello sviluppo sostenibile contenuto nell'Agenda 2030.
I Musei Civici di Bologna, fondati nel 1881, rappresentano un importante patrimonio culturale del territorio, d’Europa e delle culture extra-europee, e sono un grande archivio di memorie collettive che collegano passato, presente e futuro.
Hanno registrato negli anni una straordinaria crescita in termini di persone e partecipazione alle attività culturali: dal 2022, data in cui è stato istituito il Settore Musei (creato, dopo lo scioglimento dell’Istituzione Musei, con il rientro dei servizi museali a gestione diretta nell'alveo del Dipartimento Cultura, Sport e Promozione della Città del Comune di Bologna), al 2024 vi è stata una variazione percentuale del +42%. Nel 2024, i numeri delle persone che hanno visitato le collezioni museali hanno superato quelli del periodo pre-Covid e la percentuale degli utenti internazionali si è parificata a quella degli utenti Bolognesi e metropolitani, arrivando a circa il 38%. I dati testimoniano l'efficacia delle iniziative intraprese e il crescente coinvolgimento dei pubblici, consolidando il ruolo dei Musei Civici di Bologna come pilastro fondamentale del panorama culturale della città.
Il Piano Strategico Integrato è un progetto ambizioso che contribuisce al posizionamento dei musei nella città, partendo da alcune sfide sistemiche che sono i macro obiettivi del piano: l’attivazione civica, la salute pubblica, la finanza sostenibile e un turismo culturale smart.
Il Piano Strategico Integrato è un progetto ambizioso che contribuisce al posizionamento dei musei nella città, partendo da alcune sfide sistemiche che sono i macro obiettivi del piano: l’attivazione civica, la salute pubblica, la finanza sostenibile e un turismo culturale smart.
Una grande innovazione introdotta dal Piano è l’avvio della Prescrizione Culturale all’interno dei Musei Civici. Questo approccio, già sperimentato con successo in alcuni paesi europei, riconosce il valore della cultura come strumento di benessere psicofisico. I musei diventano spazi di cura e rigenerazione, proponendo attività e percorsi dedicati a diverse fasce di pubblico, inclusi soggetti fragili, per migliorare la qualità della vita attraverso l’esperienza culturale. Ciò potrà realizzarsi grazie alla progettualità congiunta con l’AUSL - Servizio Sanitario Regionale e la Regione Emilia-Romagna.
Il Piano prevede: un incremento progressivo delle risorse, attraverso il suo piano economico-finanziario, strategie mirate e azioni di fundraising; le proiezioni ipotizzano, rispetto ad oggi, un aumento di risorse nel quinquennio del +27,9%. Un piano di sviluppo economico-finanziario e di relativo monitoraggio strutturato e un’efficace strategia di partnership consentiranno di attrarre investimenti e consolidare il ruolo dei musei come attori chiave nella crescita culturale ed economica della città.
Il Piano Strategico integrato prevede inoltre: la co-creazione di un nuovo Sistema Museale cittadino e metropolitano (all’interno del sistema museale regionale), caratterizzato da una governance condivisa e da una rete museale interconnessa che coinvolge stakeholder istituzionali, professionisti del settore e comunità locali.
Questo approccio permette di trasformare le singole risorse culturali della città di Bologna in una rete museale fluida e dinamica, capace di dialogare con tutto il territorio e di rispondere in modo efficace alle esigenze dei pubblici. In questo processo, l’innovazione tecnologica è un pilastro fondamentale. Grazie alla creazione di una Digital Library centralizzata (finanziata nell’ambito del PR-FESR 2021-2027/Azione 2.8.3), alla digitalizzazione delle collezioni, e a nuove strategie di comunicazione di Sistema, i musei si aprono a un pubblico globale, rendendo le informazioni più accessibili e fruibili in modo inclusivo e democratico. L’obiettivo è abbattere le barriere, permettendo a cittadini, studiosi e visitatori di interagire con il patrimonio culturale bolognese in modo diretto.
Il nuovo Piano Strategico prevede inoltre l’attivazione di Progetti Pilota innovativi e scientificamente misurabili - grazie a un framework di valutazione degli impatti -, concepiti come veri e propri laboratori di partecipazione attiva. Questi progetti sperimentali consentiranno di testare nuove modalità di fruizione e interazione con il pubblico, mettendo al centro la co-creazione e l'attivazione civica.
Tra i progetti più promettenti, c’è la creazione del Board Museale Giovani, un Board museale fatto da studenti - dai giovanissimi della scuola primaria all’Università - e professionisti, per formare ambasciatori culturali dei Musei Civici di Bologna e del sistema museale cittadino e metropolitano.
Il progetto MO CHE BLAZZA! I Musei Civici di Bologna di tutt* e per tutt* - finanziato nell’ambito del PR-FESR 2021-2027/Azione 2.8.3 - oltre alla creazione della Digital library (supportata dal progetto di Decolonizzazione Digitale), attiverà l’infrastrutturazione digitale e la metadatazione del patrimonio culturale, con nuove modalità di monitoraggio, gestione, partecipazione e apprendimento, tra cui la creazione di un Fab Lab - laboratorio di artigianato digitale creativo.
Il piano prevede anche una nuova strategia di comunicazione che sarà coadiuvata dal progetto Phygital Diplomacy, in cui ogni Museo avrà un suo avatar storico che parlerà tramite i social di un tema tra passato e presente, promuovendo la cultura e incentivando la scoperta del patrimonio artistico e storico della città di Bologna. L’esito di questa narrazione, oltre che in forma di manuale con “Bologna Quest Playbook”, si avrà nel progetto Cortili Aperti, rassegna multimediale che vedrà gli avatar in azione in un “dialogo impossibile” in percorsi che collegano le sedi museali.
Lo spazio urbano, inoltre, beneficerà di progetti di rigenerazione quali Via Manzoni Culturale, la distrettualizzazione culturale a tema medievale che metterà a sistema le risorse e le attività degli attori dell’area bolognese interessata (Via Manzoni-Via del Monte-Via Parigi), anche grazie all’introduzione di giochi di ruolo immersivi (LARP). Inoltre, Palazzo Pepoli ospiterà il nuovo museo monografico e hub Museo Internazionale Morandi.
Non mancano, nel Piano, progetti laboratoriali, fondati su protocolli scientificamente validati come Pre-Texts (fondato dall’Harvard University), che utilizzerà testi proposti dai Musei, in grado di stimolare la lettura attenta e le capacità di pensiero critico. Scatola della Memoria (un protocollo di invecchiamento attivo per favorire il benessere e la memoria delle persone anziane attraverso il patrimonio culturale) e Musica, Genitorialità e Salute (dall’esperienza di Mamamusica del Museo Internazionale e biblioteca della Musica e dal protocollo "Music and Motherhood", coordinato dall’OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità) introdurranno attività di integrazione tra cultura e salute, per ridurre il rischio di depressione post-partum e a migliorare la qualità della vita delle neo-mamme e dei neo-genitori attraverso il canto e la musica.
Il Piano propone poi di introdurre progetti specifici per l’educazione femminista e intersezionale come Educazione, Genere e Sostenibilità, e di trovare un nuovo spazio per le collezioni che oggi non hanno una collocazione accessibile al pubblico grazie al futuro progetto del nuovo Deposito Aperto, aperto al pubblico, per riunire ed esporre le opere oggi nei depositi ai fini di consultazione, ricerca, studio, mostre tematiche co-curate e attività di digitalizzazione e laboratoriali, con particolare attenzione alle attività di conservazione preventiva e di restauro, e con una dinamica offerta formativa al personale dei musei e agli utenti.