a cura di Alessandra Mauro

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Nel 1993, in occasione dell’apertura del Museo Giorgio Morandi a Bologna, Gianni Berengo Gardin ha realizzato un intenso lavoro fotografico dedicato ai luoghi più intimi della vita e dell’arte del grande pittore bolognese.
Grazie a Maria Teresa Morandi, ultima sorella dell’artista, Berengo Gardin ha avuto accesso allo studio di via Fondazza 36, fermando con il suo inconfondibile bianco e nero gli spazi, gli oggetti e le atmosfere che hanno accompagnato l’opera di Morandi.
Nelle fotografie, ogni dettaglio — i pennelli, i vasi, il cappello abbandonato sul letto — racconta silenziosamente la quotidianità minuta e la straordinaria profondità intellettuale di uno dei più grandi artisti del Novecento.
Con rispetto e sensibilità, Berengo Gardin ci invita a compiere un “viaggio in una stanza”, capace di diventare una vera e propria avventura esistenziale, lontana da ogni retorica.
Nell’ambito del progetto denominato “Camera Oscura”, dedicato alla valorizzazione della fotografia, la Galleria Nazionale dell’Umbria dal 23 maggio al 28 settembre ospita la mostra Gianni Berengo Gardin fotografa Lo studio di Morandi a cura di Alessandra Mauro. La rassegna presenta una selezione di 21 stampe ai sali d’argento provenienti dallo studio Berengo Gardin di Milano e attraverso un raffinato dialogo tra fotografia e natura morta offre un’occasione unica per scoprire, grazie allo sguardo di un grande maestro della fotografia, la poetica discreta e intensa dello spazio creativo di Giorgio Morandi.
La mostra è realizzata in collaborazione con il Museo Morandi di Bologna che per l'occasione ha concesso in prestito le uniche due opere di Morandi in mostra: un dipinto (Natura morta, 1951 - V.777) e un'acquaforte (Natura morta con oggetti bianchi su fondo scuro, 1931- Vinc.82).
Catalogo Silvana Editoriale.











