a cura di Lorenzo Balbi
Sul tavolo #80, 2014-2024 | Courtesy l'artista e Galleria P420, Bologna (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)
Dal 18 gennaio al 16 marzo 2025
Casa Morandi ospita la mostra
Alessandra Spranzi
Il quale cerca solamentela sua bellezza,
nel modo qui descritto
a cura di Lorenzo Balbi, un progetto espositivo che rientra nel programma istituzionale di ART CITY Bologna 2025 realizzato in occasione di Arte Fiera, in collaborazione con Galleria P420 Bologna
Opening: 15 gennaio 2025 h. 18:00 - 20:00
Negli spazi di casa Morandi, la dimora bolognese in via Fondazza dove Giorgio Morandi visse quasi tutta la sua vita, Alessandra Spranzi (Milano 1962, vive e lavora a Milano) mette in dialogo le atmosfere evocative dei suoi lavori con quelle dell’abitazione e delle opere di Giorgio Morandi.
La ricerca artistica di Spranzi è legata alla fotografia, alla messa in scena fotografica, al riuso delle immagini fotografiche proprie e altrui, al collage e alla “fotografia di fotografie”. Il suo lavoro denota un gusto per i materiali poveri, le situazioni quotidiane, domestiche, gli oggetti negletti e obsoleti, i lavori manuali e i gesti che li accompagnano. Attraverso questi strumenti e questi soggetti, attraverso appropriazioni e manipolazioni anche minime, l’artista non smette di interrogarsi sul mistero dell’esistenza e sulle forze fondamentali che determinano il nostro destino come quello degli oggetti e degli ambienti che ci circondano.
Le dieci fotografie inedite esposte in occasione di questa mostra, tratte dalla serie Sul tavolo #80 (2014-2024) sono tutte incentrate sullo stesso soggetto e indagano la ripetizione come strumento per approfondire il senso del tempo e dello sguardo. I protagonisti delle fotografie – una pagina con un’opera di Giorgio Morandi tratta dalla monografia sull’artista curata da Arnaldo Beccaria nel 1939 per le edizioni Hoepli e un tubo di rame raccolto per strada – si trasformano in pretesti per andare "oltre" il visibile. Ogni stampa si distingue per leggere variazioni di colore e luce, invitando il pubblico a un’osservazione lenta e riflessiva. La ripetizione, lungi dall’essere un mero esercizio formale, diventa un mezzo per approdare a una dimensione metafisica, dove il fulcro è "il pensiero o le forme che si salvano nella lontananza luminosa".
L’artista sottolinea come il ritrovamento del negativo originale, mai stampato prima, abbia innescato un processo creativo: “Nel tentativo di una stampa giusta, prende forma Il quale cerca solamente la sua bellezza, nel modo qui descritto". In queste fotografie, temi come il silenzio, la luce e la ripetizione trovano un terreno comune con l’universo morandiano, creando un ponte tra due sensibilità artistiche accomunate da una profonda attenzione all’essenza delle cose.
In mostra è presente anche il video Metronomo, non farlo (2023), la cui protagonista è una tazzina da caffè posta su un tavolo, messa in bilico da un coltello sottostante, il cui movimento è scandito da un metronomo. Gli oggetti si animano, non sono solo osservati, ma osservano e partecipano della ricerca di un equilibrio, immersi in un’atmosfera dalla molteplicità di suoni, ma pur sempre minimale.
Come spiega l’artista stessa: Da anni rifletto sul potenziale, spesso addormentato o consumato, presente nelle immagini, tornando a guardare e utilizzare materiale anacronistico o povero con progetti ogni volta diversi, che portano alla luce, o svelano, il lato nascosto e irrazionale delle cose e delle immagini. Raccogliere, avvicinare, mettere insieme, far incontrare, è un modo per riorganizzare, o sorprendere, la visione e il pensiero, per rimettere in gioco la natura enigmatica dell’immagine fotografica che continuamente ci interroga.