Bartolomeo Cesi, Madonna con il Bambino in gloria con i Santi Benedetto, Giovanni Battista e Francesco (dettaglio), 1590 c.a., Olio su tela, cm 191 x 299 Bologna, chiesa di San Giacomo Maggiore

Bartolomeo Cesi, Madonna con il Bambino in gloria con i Santi Benedetto, Giovanni Battista e Francesco (dettaglio), 1590 c.a., Olio su tela, cm 191 x 299 Bologna, chiesa di San Giacomo Maggiore (Clicca sull'immagine per visualizzarla a tutto schermo)

Noto negli ambienti accademici, ma ancora poco conosciuto al grande pubblico, Bartolomeo Cesi è il protagonista di una mostra monografica – la prima ad essergli dedicata, curata da Vera Fortunati – che ne riscopre l’importante personalità. Oltre trenta opere, tra monumentali pale d’altare, dipinti, ritratti e disegni, ne focalizzano l’attività entro il panorama artistico bolognese tra Cinque e Seicento, durante l’episcopato del cardinale Gabriele Paleotti, e sotto al pontificato di Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni, che, seppur con modalità diverse, sono allineati nel promuovere una “rigenerazione spirituale” della Chiesa Cattolica, trovando modelli di riferimento nella vitalità scientifica dello Studio universitario cittadino, e specificatamente nello scienziato Ulisse Aldrovandi, nello storico Carlo Sigonio, nel matematico e geografo Ignazio Danti.
Entro, dunque, un tale clima politico-religioso, Cesi si confronta con i coevi Carracci, dai quali sa distinguersi per la costruzione di un vocabolario espressivo originale, fatto di figure immobili e solenni, di colori squillanti, di paesaggi solitari in cui prevalgono effetti di sublimato naturalismo: una pittura alternativa a quella radicalmente innovativa dei Carracci, tesa allo studio diretto del naturale e del “vivo”. In effetti, la fase più felice della sua carriera si avvia con l’esordio dei Carracci: unico fra i tardo manieristi bolognesi, Cesi sa comprendere le novità della pala con il 
Crocifisso con i dolenti e santi (Santa Maria della Carità), pubblicata nel 1583 dal venticinquenne Annibale.
Se per quest’ultimo, e ancora più per Ludovico, il sacro si incarna nell’esistere terreno, per non dire quotidiano, di persone e ‘cose’, per Bartolomeo il ‘mistero’ si scopre nell’esperienza contemplativa – che esige silenzio e preghiera
 – praticata anche dai laici, ma soprattutto dalla devozione monastica. Nella pala con Cristo crocifisso e santi in San Martino Maggiore (1584-1585) già si delinea il futuro destino di Cesi, “pittore conventuale” (Francesco Arcangeli): la sua pittura, tra fedeltà alla più nobile tradizione accademica e l’incontro con il ‘vivo’ e il ‘vero’ carraccesco, si inoltra nello spazio insondabile e silenzioso dell’Assoluto mistico, proprio degli ordini religiosi con cui Cesi frequentemente lavora (benedettini, domenicani, certosini). L’apice della sua attività si raggiunge, tuttavia, sul 1590, nella pala per la cappella della famiglia Paleotti in San Giacomo Maggiore (Vergine con il Bambino in gloria venerata dai santi Benedetto, Giovanni Battista e Francesco), sottoposta per l’occasione a un delicato restauro.
Del tutto inedita appare l’armonia musicale di questo trasfigurato classicismo naturalista nel “valore fermo della luce” (Francesco Arcangeli), nei giochi sottili dell’ombra e della luce argentea mediati da Correggio e Federico Barocci. Non stupisce che il dipinto abbia destato l’ammirazione di Guido Reni, “putello ancora”, come scrive Carlo Cesare Malvasia (1678). A completamento del percorso della mostra, cui si è voluto conferire un carattere diffuso rendendo accessibili opere in chiese e altri luoghi cittadini, particolare rilievo assumono il nucleo presso la Pinacoteca nazionale di Bologna e la ricostruzione – grazie alla realtà virtuale – del ciclo affrescato nella cappella di Santa Maria dei Bulgari nel Palazzo dell’Archiginnasio, perduto in seguitoa un bombardamento nel 1944.

La feconda sintonia tra il pittore “del silenzio” e l’ordine certosino si coglie, infine, nel complesso decorativo del coro della Certosa bolognese. Entro lo spazio riservato ai monaci, Cesi crea un teatro sacro a forte potenziale mistico, dove tre tele di inusuale e imponente grandezza visualizzano la Passione di Cristo (1597). Un’elevata qualità figurativa trasfigura la materia e il colore attraverso raffinatissimi passaggi di luci livide ed irreali, mentre in nicchie dipinte sulle pareti, beati e santi certosini a figura intera, assorti e silenti, rispecchiano l’abilità ritrattistica di Cesi.
Questo genere è documentato in mostra da alcuni rari dipinti. Insieme ad un gruppo di prove grafiche, provenienti da collezioni pubbliche e private, attestano l’eccellenza espressiva di un grande maestro.


La mostra, a cura di Vera Fortunati, è promossa da Comune di Bologna | Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d'Arte Antica e Settore Biblioteche e Welfare culturale  | Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, Musei nazionali di Bologna - Direzione regionale Musei nazionali Emilia-Romagna, Arcidiocesi di Bologna e rientra nelle iniziative legate al Giubileo 2025.
Ha il patrocinio di Alma Mater Studiorum - Università di Bologna | Dipartimento delle Arti e della Regione Emilia-Romagna.
Main partner Gruppo Hera.
Sponsor dell'iniziativa Reale Collegio di Spagna.
L'iniziativa è stata resa possibile dal contributo di Gruppo ProfilatiConfcommercio Ascom Bologna, Rotary eClub 2072 e Fondantico di Tiziana Sassoli e dalla collaborazione di Fondo Edifici per il CultoFondazione Bologna Welcome, e Padri Passionisti Bologna.


 
Conferenze

martedì 16/12 ore 17 | Museo Civico Medievale
“Il decreto tridentino sulle immagini. Tra Riforma, Riforma
cattolica e Controriforma”
a cura di Daniele Menozzi
Presso la Pinacoteca nazionale di Bologna
martedì 13/01 ore 17
“Echi romani di Bartolomeo Cesi”
a cura di Costantino D’Orazio
martedì 27/01 ore 17
“La preghiera del silenzio e la pittura di Bartolomeo Cesi”

Visite guidate

domenica 23/11 ore 11 • domenica 30/11 ore 11
sabato 20/12 ore 11 • domenica 28/12 ore 16.30
domenica 25/01 ore 11 • domenica 15/02 ore 11
domenica 22/02 ore 16.30

Laboratori

domenica 7/12 ore 11
“In punta di piedi...” (attività per famiglie)
domenica 11/01 ore 16.30
“Spolveriamo il disegno” (6-8 anni)
domenica 1/02 ore 16.30
“Alla base dell’arte” (8-11 anni)