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Galileo e le arti. Il cielo stellato sopra di me, Padova, Palazzo del Monte di Pietà, 18 novembre 2017 – 18 marzo 2018

in prestivo il volume di Vincenzo Galilei, Fronimo Dialogo di Vincentio Galilei Nobile Fiorentino, sopra l'arte del bene intavolare, et rettamente sonare la musica negli strumenti artificiali si di corde come di fiato, & in particulare nel Liuto, Venezia, Eredi di Girolamo Scotto, 1584

Dopo Galileo nulla fu come prima. E non solo nella ricerca astronomica e nelle scienze, ma anche nell’arte. Con lui, il cielo passa dagli astrologi agli astronomi.
La mostra, concepita da Giovanni C.F. Villa per la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo racconta, per la prima volta, la figura complessiva e il ruolo di uno dei massimi protagonisti del mito italiano ed europeo.
In un’esposizione dai caratteri del tutto originali, dove capolavori assoluti dell’arte occidentale in dialogo con testimonianze e reperti diversi, consentono di scoprire un personaggio da tutti sentito nominare ma da pochi realmente conosciuto.
Dalla mostra emerge l’uomo Galileo nelle molteplici sfaccettature: dallo scienziato padre del metodo sperimentale al letterato esaltato da Foscolo e Leopardi, Pirandello e Ungaretti, De Sanctis e Calvino. Dal Galileo virtuoso musicista ed esecutore al Galileo artista, tratteggiato da Erwin Panofsky quale uno dei maggiori critici d’arte del Seicento; dal Galileo imprenditore – non solo il cannocchiale ma anche il microscopio o il compasso – al Galileo della quotidianità.
Poiché l’uomo, eccezionale per potenza d’intuizione e genio scientifico, lo era anche nei piccoli vizi e debolezze, quali gli studi di viticoltura e la passione per il vino dei Colli Euganei – rifiutando la “vil moneta” baratta i suoi strumenti di precisione con vino “del migliore” – o la produzione e vendita di pillole medicinali.
Per documentare “Rivoluzione Galileo” Giovanni C.F. Villa riunisce in Palazzo del Monte di Pietà a Padova un numero impressionante di opere d’arte, a partire dagli splendidi acquerelli e schizzi dello stesso Galileo, che mostrano la sua altissima qualità di disegnatore. Lo scienziato era del resto un attento osservatore dell’arte, come confermano i commenti salaci su delle tarsie lignee – “prive di morbidezza e fatte di legnetti” – ma anche su Arcimboldo, autore di “capricci che hanno una confusa
ed inordinata mescolanza di linee e colori”.
Così sette secoli di arte occidentale, intrecciandosi con la scienza, la tecnologia e l’agiografia galileiana, restituiscono compiutamente la parabola umana di Galileo celebrato in una Padova che lo vide protagonista per 18 anni. Ricordati dallo scienziato come i più felici per la libertà concessagli dallo Studio patavino, allora ai vertici della cultura europea.

www.mostrarivoluzionegalileo.it/