Museo internazionale e
biblioteca della musica di Bologna

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Seicento inquieto, Rimini (RN), Castel Sismondo, 27 marzo – 27 giugno 2004

Sono state concesse in prestito le seguenti opere:

Ignoto artista (XVII sec.), ritratto di Alessandro Grandi, 1696

Antonio Draghi, La Finta cecità di Antioco il Grande... - Vienna, Susanna Cristina, vedova di Matteo Cosmerovio, stampatore di S. M. C., s. d. [1695.

Giulio Belli, Concerti Ecclesiastici a due et a tre voci. - Venezia, Bartholomeo Magni, 1613

Giovanni Piccioni, Concerti Ecclesiastici …, Venezia, Giacomo Vincenti, 1610

Girolamo Avanzolini, Salmi a otto voci, Venezia, Alessandro Vincenti, 1623

Padre Stefano Filippini, Salmi Messa, e brevi a otto voci…, Bologna, Giacomo Monti, 1683

Girolamo Ghisvaglio, Il Secondo Libro de Madrigali a cinque Voci, Venezia, Angelo Gardano, 1604

 

Una selezione di 250 capolavori di pittura, ma anche di scultura, oreficeria e arti applicate: un tesoro che è esposto nella grande mostra “Seicento inquieto. Arte e cultura a Rimini fra Cagnacci e Guercino” a cura di Jadranka Bentini, Andrea Emiliani, Angelo Mazza, Antonio Paolucci, Pier Giorgio Pasini, Enzo Pruccoli.

Cinque anni di ricerche sono serviti per documentare, per la prima volta in modo veramente organico, un percorso artistico di assoluto livello in Europa, percorso la cui riscoperta e consacrazione sono relativamente recenti, risalendo al secondo dopoguerra.

La cultura riminese del ‘600 si pose l’obiettivo di perpetuare e preservare, nella nuova sudditanza allo Stato Pontificio, gli splendori del Principato Malatestiano. Rimini come capitale culturale, quindi, in un posto di rilievo tra Roma e Bologna, punto di incontro e polo di attrazione artistica dell’intera costiera adriatica.

La mostra, articolata sui versanti dell’arte e della cultura, è composta da due parti, la prima ripercorre le vicende delle strutture religiose e civili e la cultura della città seicentesca, con documenti, volumi, stampe e varie strumentazioni; la seconda propone le opere d’arte più significative prodotte per la città e per il suo territorio, dovute a pittori come Giorgio Picchi, Palma il giovane, Pasquale Ottino, Pietro Ricchi, Pomarancio, Guerrieri, Guercino, Arrigoni, Cagnacci, Centino, e, ormai alla fine del secolo, Pronti e Leoni, cui si aggiungono sculture e preziose oreficerie.

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