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Conferenze/Convegni

Com'è fatto? - L’albero vibrante

Com’è fatto? la musica vista da dentro

L'albero vibrante
il suono del legno negli strumenti musicali

narrazione musicale con Ensemble Centotrecento
Marco Ferrari (strumenti a fiato antichi e moderni), Fabio Tricomi (strumenti ad arco antichi e moderni, tromba marina, percussioni e scacciapensieri), Fabio Resta (ney, kaval, cornamuse), Diego Resta (tambur, liuto, gadulka)

inserito nel programma di Corpo Terrestre - prospettive su ambiente e società, festival promosso da Specialmente in biblioteca - rete delle biblioteche specializzate di Bologna

Un’affascinante lezione musicale dedicata alle eccezionali proprietà acustiche del legno, alla costruzione degli strumenti musicali e alla trasformazione delle tradizioni nella liuteria in compagnia dell’Ensemble Centotrecento, collettivo di musicisti specializzato nella ricerca sulle prassi esecutive antiche e moderne.
Dalla tradizione di strumenti a fiato medievali e rinascimentali alla ricostruzione della violeta di Caterina de’ Vigri, uno dei più antichi esemplari di strumento ad arco sopravvissuti (il cui originale è conservato come reliquia nella chiesa del Corpus Domini), fino alla grande scuola di liuteria bolognese del Seicento, ai maestri liutai dell’ 800’ e 900’ e alla ricostruzione del laboratorio del celebre liutaio bolognese Otello Bignami.
Chi non conosce il nome di Antonio Stradivari, i cui strumenti favolosi sono ammantati di un alone quasi negromantico: legni favolosi provenienti da foreste impervie, tagliati nottetempo con la “Luna Dura” (calante), misure e forme discese da tradizioni numerologiche millenarie, vernici la cui formula magica è persa per sempre; questi sono solo alcuni elementi della mitologia della tradizione liutaria che dal passato sembra parlare invece con un’altra voce: gli straordinari liutai bolognesi del 600’ utilizzavano legni “poveri”, magistralmente scelti e lavorati, questo sempre, ma provenienti dalle piante disponibili in pianura padana: pioppo, acero campestre, olmo, ontano ecc.
Osservando tutti i campi della costruzione di strumenti musicali, si scopre che l’imperativo è spesso quello di “fare il massimo con ciò che si ha a disposizione e si conosce bene”; le cornamuse e le zampogne, eredi dell’Aulòs, strumento antichissimo di epoca classica ellenistica e latina, hanno rischiato l’estinzione (all’nizio del XX secolo) per la difficoltà dei suonatori a reperire le ance; poi si è scoperto, solo una ventina d’anni fa, che la plastica dei vasetti di yogurt è perfettamente adatta a costruire delle ance che funzionano molto meglio di quelle costruite in canna. Queste innovazioni sono però sempre fortemente avversate da chi favoleggia una specie Età dell’Oro, di arcadia mitica e scomparsa per sempre, ignorando cocciutamente che la musica può essere solo “qui ed ora”.
Attraverso un concerto con molti strumenti di provenienza molto eterogenea, parleremo della musica di paesi diversi e lontani tra loro, per capire meglio il rapporto stretto che esiste tra musicisti e costruttori di strumenti.

L'Ensemble Centotrecento nasce nel 2017 da un lungo sodalizio tra musicisti che avevano già collaborato nei gruppi Sine Nomine, Acantus e Salon de Musiques. Questi ensemble, nel corso della loro attività concertistica, si sono esibiti ripetutamente nei più importanti festival d’Europa e hanno realizzato una notevole produzione discografica: per l’editore Quadrivium di Perugia quattro incisioni il cui successo di critica valse al gruppo un importante contratto discografico con l’editore inglese Gimell, per il quale realizzarono il CD “Acantus”. L’interesse principale di CentoTrecento riguarda i repertori che si situano tra scrittura e tradizione orale, migrazioni da e nella musica popolare, sopravvivenza di testi e fonti al confine tra questi due modi di tramandare la musica.
Di recente, affascinati da alcune intuizioni sulla notazione dell’Ars Nova italiana hanno ripreso, con la partecipazione di Anna Pia Capurso, Federica di Leonardo, Diego e Fabio Resta, l’interpretazione della musica italiana del '300.
Centotrecento è una stretta via del centro di Bologna, il nome antico, via delle Cento Trexende, richiama le molte chiuse e confluenze d’acqua, oggi sotterranee ma in alcuni punti ancora visibili, che alimentavano le fontane, i mulini da seta ed i navili della città medioevale.

Quando

15 Febbraio 2020
ore 17

Informazioni

Museo internazionale e biblioteca della musica

tel 051 2757711
email

gratuito fino ad esaurimento posti

Prenotazioni on line
fino alle ore 12 del giorno dell'evento (salvo esaurimento anticipato dei posti disponibili) è possibile prenotare i biglietti (con pagamento il giorno dell'evento) da questo link [bit.ly/albero_vibrante]

I biglietti prenotati devono essere ritirati entro 15 minuti dall’inizio dell’evento presso la biglietteria, oltre i quali la prenotazione non sarà più ritenuta valida e i biglietti saranno rimessi in vendita.

In caso di disdetta si prega di annullare tempestivamente la prenotazione inviando una mail a prenotazionimuseomusica@comune.bologna.it o telefonando al n. 051 2757711 (dal martedì alla domenica ore 10>18.30).

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